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rinunziare....
Ad un tratto s'intese una voce debole, ma chiara, che chiamava:
— Costanza!
Ella si precipitò nella stanza.
Pallidissimo, come di cera, col busto sorretto da un monte di origlieri, la camicia squarciata e sanguinosa che lasciava vedere una larga fasciatura, le braccia abbandonate da una parte e dall'altra, Andrea Ludovisi ripetè, più debolmente:
— Costanza!
Ella era caduta in ginocchio accanto al letto, aveva presa la sua mano fredda e sbiancata, stringendola fra le sue, coprendola di baci fra i singhiozzi che le spezzavano le parole.
— Andrea!... Andrea mio!... Che hai fatto!... Andrea mio!... Oh,
Signore!... pietà!...
Cercando di liberare la sua mano, egli disse:
— Calmati, Costanza... calmati... se mi vuoi bene! Alzati, fatti più
vicina... così... che io ti veda tutta... che io ti baci... purchè tu non pianga, Costanza....
— Ma perchè, Signore! perchè?... — e, parlando, ella gli passava una
mano sui capelli, lievissimamente — perchè hai fatto questo?....
Andrea Ludovisi chiuse un istante gli occhi.
— Senti... io non potevo vivere con l'idea che quell'uomo... ti
avesse... amata.