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trattiene più a Napoli. Costanza, Costanza, sono libero! Andremo via, lontano, nei paesi più belli, od anche nei brutti; che cosa importerà per noi!...
— Non è vero?
In quel momento la musica incominciava il Wiener blut; i suoni giocondi volavano per l'aria, mettevano un tripudio tutt'intorno. Cogli occhi socchiusi, assorta in un sogno di felicità, la baronessa faceva oscillare lievemente la testa, in cadenza col ritmo della danza.
Egli mormorò a bassa voce:
— Costanza, ti amo!
La baronessa portò le mani al cuore.
— È possibile? Mi par di sognare! dopo la tempesta di ieri!...
— Perchè ricordarla?
— A proposito: e quella risposta? Che cosa bisogna fare delle lettere
rimaste sotto il divano?
— Bruciarle!... A domani, dunque.... — E scostandosi d'un passo, col
cappello abbassato, a voce più forte; — Signora baronessa, faccia una buona passeggiata!
Lentamente, la carrozza si allontanò. Il duca di Majoli e il Giussi si avvicinarono. Andrea Ludovisi si mise in mezzo agli amici, e terminando di abbottonare il suo guanto: