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il passato | 59 |
porpora, le nari aperte, gli occhi sfavillanti, la baronessa era bella d’una fiera e selvaggia bellezza. Al colmo dell’indignazione, ella balbettava confuse parole.
— Ah, no!... ah, no!... è un’infamia!... le lettere!... le lettere!...
Caddero, l’una sull’altro, sopra il divano; e traendo profitto della sua momentanea superiorità, ella abbassò un braccio per prendere una delle lettere sparpagliate per terra.
— Leggile!... è un’infamia!... leggile!
— Costanza, soffoco!... Non voglio, ti credo.... perdono! — E con la mano rimasta libera, le strappò la lettera.
Una seconda volta ella si curvò, per prenderne un’altra.
— È un’infamia!... Leggile!...
Come ella gli mise sotto gli occhi la busta, Andrea Ludovisi lesse: Alla baronessa Costanza di Fastalia, sue adorabili mani. Era il carattere del cavaliere di Sammartino.
In quello stesso momento s’intese il cigolio dell’uscio dell’anticamera, e il cameriere entrò annunziando:
— Il signor principe di Marciano.