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38 | documenti umani |
— Questa?... Sei tu?...
— Ero.... quindici anni or sono! È il ritratto fatto durante il mio viaggio di nozze.
Con un sospiro, era andata a gettarsi sul divano semicircolare disposto in un angolo del salotto. Stette a lungo, pensosa, con la testa appoggiata sulla palma della destra. Poi, scuotendosi, visto che egli non veniva a raggiungerla, chiamò:
— Andrea!
Non ottenne risposta. Immobile, tutto nero sullo sfondo luminoso della finestra, egli guardava ancora il ritratto.
— Andrea!... — e, levatasi, gli si avvicinò. Mute, grosse, luccicanti, le lacrime gli sgorgavano dagli occhi spalancati, gli rigavano le guancie, cadevano una dopo l’altra sulle mani leggermente tremanti.
— Andrea!.... Andrea mio!... Guardami, che cosa è stato?... Ma guardami!
Più grosse, più spesse, le lacrime continuavano a sgorgargli dalle palpebre gonfie. Ora, dei singhiozzi gli salivano alla gola, lo scuotevano tutto, gli scomponevano il viso.
— Lasciami.... lasciami....
— Ma perchè, Signore Iddio, perchè?
Ella lo aveva trascinato verso il divano, dove era caduta di peso, quasi piangente anche lei.