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documenti umani 9

sgorga dagli occhi in lacrime non più amare, dolcissime! irrompe dalle labbra con parole susurranti, carezzanti, più dolci delle lacrime! O vaga, o bella, o gentile, o soave, o sogno della mia morente giovinezza, o sorriso di poesia, o amor mio immortale, conosci tu i nomi con cui ti ho chiamata nella solitudine delle mie notti? Sai tu che nessuna, nessuna! ha mai sentito quei nomi da me?... Bisogna credere, non è vero, alle parole di chi muore! Ed io ti giuro, per te! che il mio cuore è rimasto vergine; che tra i fatali esperimenti della vita una cura gelosa ha fatto la guardia del mio cuore; che tu, tu sola, mi sei entrata nel cuore!... Come a lungo ti ho aspettata! Io sapevo che tu dovevi apparire. Quando la natura è stata in festa, quando il profumo dei fiori, come un incenso, è salito nel cielo clemente, e la gioia ed il tripudio hanno visitato le povere anime umane, io sono rimasto solo, ad aspettarti! Quando i tappeti delle foglie morte si distendono al suolo, ed invitano le coppie innamorate a vagare sotto le cupole d’oro dei boschi, tenendosi per mano, bevendo gli ultimi aliti del sole agonizzante, io sono rimasto solo, ad aspettarti! Le notti che il vento geme, che la pioggia scroscia, che il freddo sferza, quando è così buono riscaldarsi sopra un seno adorato, io sono rimasto solo,