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nute a baciarmi, come ogni sera, e sognano ora i loro sogni giocondi. Domani, a quest’ora, esse non sogneranno. Domani, la desolazione sarà entrata in questa casa; domani, la vita ricomincerà ad ordire la tela delle sue più dolorose difficoltà intorno ai miei cari, che io abbandono, vilmente. Del mio coraggio che cosa ne avete voi fatto?... Ma, nell’abiezione in cui sono caduto, un barlume di nobiltà mi era rimasto finora; ed io avrei voluto — vedete — scomparire per sempre senza che nessuno sospettasse la miseria mia, senza che voi la sospettaste! senza aver l’aria di mendicare la vostra pietà! senza farvi sentire le mie grida ed il mio pianto!... Del mio orgoglio, della mia dignità, che cosa ne avete voi fatto?... No, no: è più forte di me; voi mi ascolterete, voi leggerete questa confessione, queste pagine su cui, silenziose, grosse, roventi, cadono di tratto in tratto le mie lacrime. Le lacrime di un uomo! le lacrime di chi non ha pianto fra i disinganni più amari, fra i dolori più atroci! è una cosa molto triste, ditelo: non è vero?...

“Se voi sapeste quello che io ho sofferto! Se sapeste i torrenti di tristezze che hanno allagato il mio cuore! Se sapeste di che forza ho dovuto armarmi per sostenere questa feroce battaglia della vita; quante volte ho disperato,