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endosi verso la città alta. Camminava rapidamente, col capo chino, senza guardare nessuno. In breve, si lasciò dietro le ultime case, ed avanzò per l'erta della collina. Gli alberi proiettavano il loro verde tenero sull'azzurro del mare; un mare tranquillo come un lago, popolato qua e là di stormi di piccole vele. La strada, nei suoi zig-zag, rasentava l'orlo della scoscesa, difesa soltanto da un basso parapetto, e l'occhio, di lì, dominava l'abisso.
Padre Ladislao procedeva sempre con passo eguale. A volte, un alitare più forte della brezza gli avvolgeva fra le gambe la nera veste, impacciando il suo andare. Egli sostava un momento, portava una mano al cappello e spingeva uno sguardo lontano, all'orizzonte. Giunto finalmente dinanzi ad un cancello arrugginito fra due pilastri di mattoni dai quali l'intonaco era quasi tutto scomparso, lo spinse, ed entrò nel grazioso podere, piantato a vigne dalla rigogliosa vegetazione. Sulla piccola spianata della casetta, all'ombra d'una tettoia, un prete vecchissimo stava seduto sopra una poltrona di cuoio, reggendo un breviario con le mani scarne. Come i passi si avvicinavano sempre più, egli volse un poco il capo, e posando il libro sulle ginocchia, con le mani stese verso l'arrivante ed una espressione di letizia nello sguardo, esclamò: