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essa aveva un aspetto assai pittoresco coi suoi padiglioni, le sue torricelle e i suoi tetti acuminati.
Intanto che il cavallo si avanzava al passo, scalpitando e mordendo il freno, l'Olderico cercava di sorprendere, nella fisonomia dei luoghi, qualche segno rivelatore dell'accoglienza che gli era riserbata. Senza esser fatuo, sapeva che non poteva venir considerato come il primo venuto; pure egli non era senza una certa inquietudine. L'impressione procuratagli da quella donna non era ordinaria. Egli aveva molto sentito parlare di lei, dell'austerità dei suoi costumi, del sacrificio di tutta la sua vita, e non si era potuto difendere, ogni volta che l'aveva intraveduta, o se ne era rammentato, da un movimento di istintiva curiosità dinanzi a quella che tutti, amici e nemici, chiamavano un'eccezione di donna. Però, il giorno della visita all'eremitaggio, uno spiraglio si era aperto pel suo spirito. Da che cosa poteva dunque dipendere la mestizia diffusa nella figura della duchessa di Neli, se non dal vuoto della sua vita e del suo cuore?... Egli la rivedeva, malinconica, nella semplicità quasi dimessa della sua toletta, aggirarsi pei corridoi del romitaggio, e una secreta corrispondenza gli pareva corresse tra quella figura di donna la