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avanti, accanto al fratello che narrava a bassa voce i miracoli di S. Francesco, cogli occhi per terra, fermandosi ogni tanto a mostrare con la mano ossuta e callosa un quadricino polveroso, dove si distingueva a stento un bastimento in mezzo ad una tempesta, o degli uomini piagati, con una piccola imagine del santo circondata di nubi in un angolo.

La marchesa avanzava lentamente, gettando intorno degli sguardi ansiosi, e tenendosi vicino all'Olderico. Arrivati al crocicchio formato da un altro corridoio che tagliava il primo ad angolo retto, s'intese di scatto un rumor sordo, quasi un rantolo.

— Olderico!... datemi il braccio!... — e vi si abbandonò tutta.

Era un orologio invisibile, al quale scoccavano le ore.

Come i suoni cessarono, una porta si aprì, lontano, e una fila di frati, con la testa china, passò biascicando incomprese preghiere.

— Ho paura! — disse ancora la marchesa al suo compagno — portatemi

via....

L'Olderico la sentì che gli si stringeva al fianco; ma egli era sorpreso della propria indifferenza innanzi a quella seduzione; i suoi occhi seguivano sempre la figura della duchessa che procedeva serenamente, chinando