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— E poi?... e poi?...
— Poi, niente.... un gran vuoto nero, con qualche sprazzo di luce di
tratto in tratto.... Fui portato in una casa di salute.... Capisci? aver sognato di non esser più in terra, di aver varcato le anguste frontiere dentro cui si aggira l'umanità lamentosa, e risvegliarsi paralizzato di corpo e di spirito, incapace di muoversi e di pensare, ridotto un oggetto di compassione o di scherno!... Non ricordo più nulla.... sì, il sorriso straziante di mia moglie, le grida festanti dei miei bambini che giuocavano in giardino, le grida dei bambini vestiti di nero.... perchè? Era la mamma che aveva finito di piangere per me.... lo seppi più tardi, quando dissero che ero guarito.... Guarito? Io non avevo mai sofferto come allora. Io sonnecchiavo in una incapacità spirituale che formava il mio tormento; passavo le mie giornate a lottare con la memoria recalcitrante, con l'intelligenza assonnata, con le visioni che venivano incessantemente a turbarmi....
Come l'Albani tacque ancora, Anastasio Natali che continuava nervosamente nel suo lavoro, ripetè:
— E poi?... e poi?...
— Poi, ho finito.
— Ma la guarigione?