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La figura era già tutta abbozzata, la rassomiglianza in certo modo conseguita; mancava una cosa soltanto: l'espressione.
— Apri un po' gli occhi.... non così, più chiusi.... insomma, non ti
sforzare.... E chiudi la bocca, se no c'entreranno le mosche!...
A poco a poco, il Natali cominciava a indispettirsi; gli pareva che Luigi Albani si prendesse giuoco di lui.
— Insomma, vuoi star composto, o mando tutto per aria?
— Ti prego di credere che sono compostissimo.
Ed era quello, dunque, il suo atteggiamento naturale? Dacchè era tornato da Roma, il Natali non aveva ancora guardato l'amico così attentamente; non aveva ancora esaminati quegli occhi smorti, senza sguardo, quei muscoli flaccidi, quasi cascanti, quelle labbra leggermente dischiuse, quella carnagione scialba, quell'aria di stanchezza, d'indifferenza, di noia, di vacuità diffusa sopra una fisonomia impossibile a definire. Conosceva le sue bizzarrie, le sue eccentricità che gli avevano fatta una reputazione di mattoide nei cenacoli artistici; ma non lo sapeva ancora così strano, così inafferrabile, come ora gli si rivelava non solo alla conversazione, ma financo all'aspetto. Nondimeno,