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sopra un teschio che può essere di tutti i tempi e di tutti i paesi. — Poi, preso il teschio e mettendosi a considerarlo attentamente. — Ed ecco un altro quadro: il problema d'Amleto, essere o non essere, cioè se è meglio.... Tu dovresti fare il mio ritratto così.

Anastasio Natali scosse le spalle e si fregò fortemente le mani, segno che stava per rimettersi al lavoro.

— A noi due, stravagante; ho un'ora perduta, e se mi prometti di star

buono e di lasciare in pace il teschio, ti butto giù un pastello.

— Vorrà essere una cosa molto originale.

Il Natali mise a sedere l'amico, dispose il cartone sopra una tavoletta, prese la scatola dei pastelli, sedette anche lui, e cominciò a tracciare, con la sua febbrile impazienza di meridionale nervoso, le prime linee. Però, a misura che il suo lavoro avanzava, l'attività dell'artista andava rallentando. Ora egli si fermava ad ogni tratto, buttava il corpo indietro per giudicare dell'effetto, guardava lungamente il modello, e aveva un piccolo aggrinzamento delle guancie che dimostrava chiaramente il suo malcontento.

— Scusa, tirati più indietro.... no, più avanti.... Alza un poco il

capo.... così.... no, come prima.

Tornato al lavoro, ricominciarono le sue esitazioni.