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giorno trovai una lettera nascosta dentro un giornale di mode sotto fascia. Mi parve d'impazzire. Presi la lettera e la consegnai a lei senza aprirla. Le chiesi soltanto chi le scrivesse. Ella arrossì, rispose di non conoscere il carattere, lesse la lettera e la stracciò dicendo che era un anonimo impertinente.
«Mi dava ora maggiori dimostrazioni di affetto, mi parlava dei pericoli a cui una donna si trova esposta, voleva che io la sostenessi. Era il mio dovere ed il mio piacere. Per un poco, parvero ritornati i tempi della luna di miele. Durò meno dell'altra. Ella era divenuta inquieta, nervosa. Pareva l'avesse con me. Io non facevo nulla da dispiacerle.
«Verso capo d'anno, fu annunziata la visita di quel tale. Io mi feci coraggio; le dissi: «Non lo ricevere.» Rispose che sarebbe stata una sconvenienza. Non passai di là; li lasciai soli.
«Egli faceva il suo mestiere di ladro; io non potevo afferrarlo pel colletto e condurlo al posto di guardia. Vedevo la situazione nettissimamente, non mi accecava nè l'amore, nè la fiducia, nè la gelosia. Calcolando tutto, vedendo la freddezza crescente di lei, indovinando il pericolo, un giorno le dissi press'a poco così: «Siamo stati felici finora, nè io potrei esserlo più senza di te. Però, se tu non mi vuoi più