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Discorrendo parecchi anni or sono col Capuana di queste cose — portavo allora intatta la mia verginità letteraria — pensando alla facilità con cui si formano i giudizii di questo genere, io feci all’amico mio una proposta. “Vi incolpano di non sapervi aggirare se non nei bassi fondi sociali? di non avere delicatezza, fantasia, simpatia? Scrivi un romanzo idealista, in cui siano soltanto passioni esaltate, caratteri nobili, azioni generose; in cui ritrarrai un ambiente elevato, i cui personaggi porteranno dei titoli sonori o rappresenteranno l’aristocrazia dell’ingegno; in cui non si sentirà l’odore del popolo zoliano, ma quello degli estratti doppii alla moda.... Scrivi un romanzo romantico, secondo vuole lo stile, dimostra come sia molto più facile che non lo scriverne uno naturalista; è probabile che, dopo, ti lasceranno in pace!„ L’idea piacque al Capuana, e con la felice versatilità dell’ingegno che gli ha permesso di passare da Giacinta a C’era una volta, dallo Spiritismo ai Semiritmi, egli avrebbe sicuramente fatto del Feuillet da confondersi col genuino; la storia delle sue contraffazioni avrebbe contato un gustoso capitolo di più.... Altre cure gl’impedirono di porre ad effetto questo disegno; io lo ricordai quindi naturalmente dopo la pubblicazione del mio libro, allorchè accuse simili a quelle fatte al Capuana si fecero a me; allorchè Ella, dimostrandomi l’alta stima — furono sue parole — in cui teneva il mio ingegno, mi disse che avrebbe voluto vederlo impiegato in modo migliore.

Ecco come è nata la prima idea di quel Documenti umani che le ho mandati. Come Ella avrà visto, la prima novellina dimostra le mie intenzioni. Documenti umani si sono chiamati i fatti che comprovano le realità miserabili e lamentevoli? Chiamiamo Documenti umani un libro di novelle