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Italia e Grecia

nelle lettere di Giorgio Byron.


Presentata da una breve prefazione di Giorgio Clemenceau e curata da Giovanni Delachaume, è apparsa or ora a Parigi la versione francese di una parte dell’epistolario di Lord Byron. Bene è che queste lettere siano, grazie alla nuova veste, accessibili anche al gran pubblico che ignora la lingua nella quale furono composte, perchè la figura dell’autore vi si rivela con quella singolare evidenza che Ippolito Taine aveva già avvertita. «Il suo diario, il suo epistolario, tutta la sua prosa involontaria», scriveva del cantore di Childe Harold lo studioso della Storia della letteratura inglese, «è come fremente di spirito, di collera, d’entusiasmo; il grido della sensazione vibra nelle minime parole; dopo il Saint-Simon non si erano più viste confidenze più vive. Tutti gli stili sembrano opachi e tutte le anime sembrano inerti a paragone del suo stile e dell’anima sua».