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12 vigilia italica

L’uno accorrendo da Napoli verso i campi lombardi, occupando Roma, la Toscana, le Marche; l’altro battagliando tra l’Adige e l’Isonzo, parlavano agl’Italiani di libertà, d’unità, d’indipendenza; ma Eugenio confessava candidamente di non avere sposato la causa italiana se non «come leva per ottenere nuovi sacrifizii» dai suoi sudditi; e Murat presumeva di fare l’Italia gettandosi in braccio all’Austria, annunziando che la coalizione nella quale egli entrava aveva la «magnanima intenzione di ristabilire l’indipendenza delle nazioni....»

III.

Dell’indipendenza italiana osava parlare la stessa Austria! Il proclama del conte Nugent, disceso con gli Austro-Inglesi dalla vinta ed asservita Trieste alle foci del Po, e procedente verso Ferrara e Ravenna, portava l’intestazione: Regno indipendente d’Italia, e diceva alle genti: «Voi avete sofferto sotto il giogo di ferro dell’oppressore. I nostri eserciti sono venuti per liberarvi del tutto. Un nuovo ordine di cose, destinato a restaurare la vostra felicità, vi si offre.... Coraggiosi e bravi Italiani, è vostro interesse prendere le armi per conseguire la vostra rigenerazione e la vostra felicità.... Voi