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si voltano le ultime pagine è già vinta, cancellata, dispersa. Uno scrittore di professione, un lavoratore della penna, non avrebbe trovato difficoltà a comporre sulla guerra un romanzo con dentro una tesi, un libro di predicazione patriottica, di propaganda nazionale; Abele Hermant ha composto invece la Famiglia Valadier perchè così portava l’intima e singolare natura dell’ingegno suo. "Ai giorni che corrono", dichiara in un certo luogo, "tutto ciò che non è sincero mi riesce odioso". Si può aggiungere che non oggi soltanto, ma in ogni tempo la sincerità è doverosa ed amabile. L’ironico osservatore della vita, il delizioso autore di quei Transatlantici che non udremo più nella mirabile recitazione di Alberto Giovannini, non poteva smettere l’abito suo; anche avendone la possibilità gliene sarebbe mancata la ragione; perchè, con la sua ironia, col suo umorismo, la Famiglia Valadier è anch’essa l’opera di un patriotta: opera d’arte dove le ragioni dell’arte sono rispettate, dove la moralità e l’insegnamento non sono inclusi con artificio, per forza, a furia di retorica, ma scaturiscono invece naturalmente come dalla stessa vita.