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’età non hanno resa nè più nè meno appetitosa", noi pensiamo che anche la nuova guerra, durante la quale il professore recita un suo ingegnoso discorso sulla carestia del grano e la "virtù delle mortificazioni", ma confessa che "la mollica riesce mortale al suo stomaco dilatato", noi pensiamo che anche la guerra del Quattordici e del Quindici, come quella del Settanta, dev’esser passata al dominio della storia. Se fosse attuale, se in una parte notevole del territorio francese lo straniero restasse ancora accampato, se tutti gli sforzi della nazione fossero ancora intesi a scacciarlo, potrebbe il narratore riferirci che il suo personaggio, dopo la quotidiana "variazione" sul pane, udendo il quotidiano squillo di campanello annunziante l’arrivo della quotidiana gazzetta, si mette a cantare, sull’aria della Bella Elena:

Ce coup de tonnerre Annonce à la terre.

Un communiqué...?

C’è veramente qualche passo nel quale il lettore prova quasi il bisogno di portar la mano agli occhi per accertarsi di non aver travisto o frainteso. L’umore e il buon umore del romanziere sembrano un’irriverenza, quasi una profanazione....

Quando si procede nella lettura l’impressione di anacronismo e di sconcerto si attenua: quando