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ta: fin dal 1859.... Lo stratega tedesco, a cui erano mancate ancora le occasioni di rivelare il suo genio, scriveva allora, riferendosi agli avvenimenti guerreschi del 1814, che, come nella campagna fatale all’Uomo fatale, anche in una futura guerra franco-germanica l’investimento e la presa di Parigi mediante un’offensiva attraverso il Belgio, avrebbe rapidamente deciso le sorti della Francia; "ma", soggiungeva, "se noi trovassimo l’esercito francese riunito nella regione di Reims, dovremmo tosto deviare dalla direzione di Parigi. Attaccheremmo allora i Francesi dietro l’Aisne e col favore del numero li batteremmo e rigetteremmo dietro la Marna, la Senna, la Ionna e la Loira. Poi marceremmo su Parigi....".

Questa è, in poche parole - e, beninteso, con la differenza d’un esito totalmente diverso - la battaglia della Marna, e qui consiste la spiegazione della condotta, da alcuni giudicata inesplicabile, e forse troppo severamente condannata in Germania, del generale tedesco von Klück. Posto all’estrema destra della valanga che precipitava dalle frontiere del Nord con la velocità di cinquanta chilometri il giorno, e che, secondo una testimonianza riferita dal Madelin nel suo studio sulla Victoire de la Marne, schiacciava le forze francesi "come un rullo", von Klück era pervenuto il 30 agosto in vista di Parigi: una marcia ancora, più breve