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afferma, cioè l’efficacia dell’intervento personale dell’Eroe sul corso della storia; ma quando si pensa che Federico III, il quale scriveva, dinanzi a Parigi assediata, il 27 gennaio del 1871: "È oggi il tredicesimo natalizio di mio figlio Guglielmo. Possa egli divenire un uomo forte, leale, fedele, sincero.... C’è propriamente da aver paura quando si pensa alle speranze riposte fin da ora sul capo di quel fanciullo, e quale grande responsabilità ci incombe dinanzi alla patria per l’indirizzo che diamo alla sua educazione. Essa incontra già tante difficoltà per le considerazioni di famiglia e di casta alla Corte di Berlino!..."; quando si pensa che quel padre esemplare, che quell’Imperatore liberale avrebbe potuto regnare a lungo ed attuare i suoi grandi disegni, o se non altro impedire che i piani contrarii e le correnti ostili prevalessero, e vivere ancora nel luglio del 1914 - avrebbe avuto 83 anni; il padre suo potè bene viverne 91! - si deve veramente concludere col Welschinger che la morte prematura di quell’uomo fu un disastro per la Germania, per l’Europa e per il mondo.

1.° gennaio 1918.