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della guerra". A Sedan sconsiglia tutto quanto può umiliare il vinto Napoleone, e dal premio della vittoria sarebbe disposto ad escludere Metz, e prevede che l’acquisto dell’Alsazia e della Lorena "potrà riuscirci molto precario".


III.

Nelle grandi e nelle piccole cose il suo pensiero differisce da quello dei dirigenti. Mentre gli ambiziosi vogliono fondare l’impero, Federico Guglielmo ha idee più modeste: si contenterebbe che la Germania fosse costituita in Regno, e propone per conseguenza che tutti i capi degli Stati da riunire nel nuovo reame rinunziino ai loro particolari titoli di Re, Principi e Granduchi, per ridursi semplicemente a duchi. Regno od Impero, del resto, "il principale nostro scopo", scrive, "è di edificare una Germania libera". Disgraziatamente, non può illudersi di raggiungerlo finchè il timone dello Stato resterà nelle stesse mani che ora lo reggono: "Dove trovare gli uomini capaci di comprendere e di esporre i veri principii, i principii necessarii a consolidare le nostre fortune?". Questi principii sono tanto avversati, che mentre egli fa distribuire ai soldati feriti un giornale liberale, Bismarck ne ordina il seque