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suo paese; ma quanto le vie che egli intendeva seguire per assicurarla fossero diverse da quelle che i governanti batterono col consentimento ed il plauso della nazione, si vide dalla guerra che gli fu mossa nella stessa Germania. Ammiratore delle istituzioni politiche inglesi, profondamente devoto alla Regina Vittoria, della quale aveva sposato la figlia Vittoria, l’erede del trono prussiano riuscì tanto inviso al ministro del proprio padre, da vedersi escluso dai pubblici negozii e giudicato finanche non incapace di tradire gl’interessi della patria! Ottone di Bismarck lo tenne al buio, sempre che potè, delle notizie di governo, temendo che le rivelasse alla moglie, la quale le avrebbe a sua volta partecipate alla Corte britannica. Discutendosi, durante la guerra contro la Francia, alte quistioni di Stato, il ministro osò chiudere la bocca al suo futuro sovrano, e quando si firmò la pace gli nascose il grande avvenimento; un giorno lo accusò senz’altro di comunicare ai suoi "piccoli amici d’Inghilterra" ed ai "ciarlatani politici" le note e le osservazioni che il Principe riflessivo e studioso consegnava alle pagine di un suo diario intimo. "Ciarlatani", naturalmente, erano, a giudizio di Bismarck, i progressisti dei quali Federico Guglielmo amava circondarsi.

Quello che fu chiamato incidente di Danzica aveva dato inizio alla lotta. Recatosi nell’antica