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i. - il principe di Ligne 101

di servizio del principe; anzi, che cosa ne resta? Di lui restano soltanto le opere, e qui egli è belga, francese, latino di purissimo sangue: per gli scritti d’argomento guerresco è annoverato tra i massimi scrittori militari di Francia; per le composizioni letterarie la signora di Staël lo definisce «il solo straniero che, trattando il genere francese, invece di restare imitatore sia divenuto modello».

Ma si può dire qualche cosa di più: giova dire che servendo l’Austria, compiendo la sua carriera nell’esercito imperiale, il principe di Ligne non si trovò a suo agio, e che, senza lo straordinario e irresistibile trasporto per i ludi di Marte, molto probabilmente egli l’avrebbe troncata anzi tempo. Tale fu la sua vocazione, che udendo parlare, nei più teneri anni, della morte del Principe Eugenio — altro straniero al servizio dell’Impero, altra gloria latina e tutta nostra — il bellicoso fanciullo già si proponeva di prendere il posto dello stratega sabaudo. «Questo,» dichiara, «fu il primo pensiero di cui io serbi memoria». Il suo secondo ricordo gli rappresentò la guerra che si combatteva quando egli cominciava ad avere coscienza di sè, «la guerra,» racconta, «che mi diede alla testa». Ininterrotte tradizioni militari regnavano nella sua famiglia; il suo nome era portato da un reggimento di fanteria e da uno di dragoni; i suoi antenati erano stati generali e mare-