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88 il protocollo della “giovane italia„


in Italia», riprendeva «con proposito deliberato, incrollabile, quasi feroce, il lavoro della Giovine Italia.... Perchè la Giovine Italia non esiste più? perchè un’Associazione giurata per un intento gigantesco, giurata ora e sempre, giurata con promessa esplicita di consacrare pensieri ed azioni a ottenere vittoria o martirio, si è sciolta dopo il primo tentativo fallito, come se avesse compito la propria missione? Dopo un primo tentativo fallito, quando noi sul principio c’eravamo levati più su degli altri, a un’idea religiosa? quando avevamo dichiarato voler fare più di tutte le associazioni passate? quando avevamo accusato e osato e promesso tanto da esigere sforzi e costanza da Titani per non meritare la derisione? Or che mai è mutato? lo Stato d’Italia? la santità dello scopo? la nostra credenza nella potenza italiana? no: non ha mutato che la nostra credenza nella volontà italiana; bene; non avrebbe questa ad essere ragione di moltiplicare gli sforzi per farla nascere?...». E la volontà sua, dell’agitatore, del suscitatore, dell’apostolo, si tende, s’afforza, ricomincia ad operare, energicamente, magnificamente, «senza calcolo di tempo nè di riescita».

Il proponimento di ricostituire l’associazione ideata nella fortezza di Savona sul cadere del 1830 e fondata l’anno appresso in Marsiglia, è ora partecipato, oltre che al Fabrizi e al Me-