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moria del giuocatore le ultime impressioni della notte, riconobbe il luogo, si ricordò d’aver giuocato disperatamente, e un’ultima eco del frastuono e delle ciarle della notte si risvegliò nella sua testa confusa.

Per quanto egli avesse dormito più del solito, si sentiva gli occhi affumicati, la bocca amara e un senso di tristezza in tutto il corpo, di cui non sapeva rinvenire la cagione. Quindi a poco a poco, e quasi risalendo di sensazione in sensazione, come se montasse una rapida scala a piuoli, si ricordò di aver pranzato al caffè dell’Europa, di aver trovato l’Usilli, di aver viaggiato il giorno prima, di avere.... Arrivato in cima alle sue reminiscenze, trasalì, si guardò intorno spaventato, si mise a sedere, sentì i polsi del capo battere con violenza, il cuore farsi piccino e stretto.

Per fortuna era solo.

Lasciò che passassero anche queste sensazioni. La vita è un fiume che dopo un uragano ha le acque torbide; ma lasciate passare dell’acqua, e a poco a poco il fiume andrà schiarendosi.

Toccò il bottone d’un campanello ed ordinò a Raffaello, il custode del club, un caffè con molto rhum.

Stette un poco a discorrere con lui di cose indifferenti, per abituare la voce e per muovere lo spirito.

Raccolse il denaro senza contarlo, riflettendo