Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
VII.
Troppa fortuna.
Costui, come abbiamo detto, giocava e vinceva sempre. Mentre distribuiva le carte al marchese Vico Spiano, colse la palla al balzo per tirare il discorso sulla questione della ipoteca. Senza alzare gli occhi dalle carte, gli disse:
— Fu da me ieri un certo prete a dirmi che tu avevi promesso di cedergli l’ipoteca di Santafusca.
— È vero, me ne ha parlato il mio amministratore, mostrandomi la convenienza dell’affare. Ho scritto al prete, ma non l’ho mai più visto.
— Immagino chi possa essere, — soggiunse il barone, distendendo tranquillamente le carte sulla tavola. — Io era venuto nell’idea di vendere anche quei quattro sassi, per far onore ai miei debiti di giuoco. Ma oggi la fortuna «va cangiando stile», come dice il Petrarca. Se tu hai tempo, posso rilevare io stesso la tua ipoteca....
Il barone rise forte alzando gli occhi all’oro-