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si osservò in casa un rigoroso digiuno per implorare la benedizione del cielo. I figliuoli vedevano girare il sole con tutti i pianeti. Donna Chiarina, che non poteva muoversi dal letto, non fece che dire rosari tutto il tempo.
Passò il venerdì, per quanto paresse eterno. Passò anche parte del sabato, e, prima delle tre, Filippino, salutata la moglie e accompagnato da’ suoi quattro figliuoli, si avviò verso la strada di Santa Chiara per assistere all’estrazione dei numeri.
Molta gente era raccolta nella corte, sotto il portone e in un vicoletto vicino, ed erano specialmente operai, pescivendoli, acquaioli, donne vecchie e giovani, tutta povera gente che attacca al lunedì la speranza a una funicella e vive tutta la settimana, toccandovi sopra il pane asciutto.
La speranza è niente, ma dà un buon sapore alla roba.
Donna Chiarina, accese due candele innanzi a una immagine miracolosa di Nostra Signora di Loreto, seguitava a pregare con tanto fervore, che avrebbe potuto sfondare le porte del paradiso.
— Zitti, zitti, eccoli.... son qua.... — Chi? — L’autorità, il ragazzo, le guardie. — Oggi vinceranno i numeri del terremoto. — C’è il fatto dell’inglese che si è impiccato all’albergo. — È il 18 il numero di quest’oggi, vedrete, Nunziatella...