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siamo. Ho osservato già che è tutta da rifare, — disse il prete alzandosi.
— Venite e vi farò vedere anche le cantine, se desiderate. Volete deporre il vostro mantello?
— No, preferisco....
Prete Cirillo finì la sua idea con un moto nervoso di vecchio avaro, che cerca nascondere il suo tesoro, e si strinse la mantellina sui fianchi. Ma non fu tanto abile, che il barone non vedesse spuntare l’orlo del libro, e dall’orlo un fascetto di belle cedule azzurre della rendita italiana.
— Comincierò a farvi vedere la galleria. Qui una volta c’era una bella raccolta di quadri, — prese a dire «u barone» che camminava un mezzo passo indietro, vicino al prete, che già pieno del lauto guadagno, osservava con silenziosa meraviglia le vôlte dipinte, le finestre incorniciate, i buoni mosaici.
— Questa era la sala da pranzo. C’è posto per cinquanta convitati....
— Chi sa che bei pranzi vi hanno consumato!
L’idea di un pranzo richiamò la memoria della fame e «u barone» risentì un gran dolore alla bocca dello stomaco.
Camminava dietro il prete come fosse l’ombra sua. Un fremito di paura e di ferocia vibrava ne’ forti muscoli, che la volontà più forte dominava, soffocava. L’occhio avido divorava già