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Il barone pronunziò queste ultima frasi senza guardare in viso il prete, ma cogli occhi fissi, quasi confitti alla finestra.
— Son venuto anche per vedere, — disse tranquillamente il prete, che stringeva il suo libro sul cuore.
— E non intendete di tornare più a Napoli?
— Mai più, per omnia sæcula! — disse il prete con una convinzione che fece colpo sull’animo di sua eccellenza. — Io resterò vostro ospite, finchè la casa è vostra, e voi sarete ospite mio, quando la casa sarà mia. Ma a Napoli non mi vedranno più.
— E se venissero a cercarvi?
— Nessuno sa ch’io sono partito, nè per dove.
— Ma avete troppe ragioni per tornare spesso a Napoli. Il corpo è qui, ma l’anima di prete Cirillo è al.... al.... banco di Napoli.
Il barone si sforzò di ridere questa volta, per quanto si sentisse le mascelle dure e legate.
— Voi mi fate torto, barone, a credere ch’io sia tanto ricco: ho portato con me i pochi risparmi d’una vita povera e modesta, e spero di trovare nella quiete dei campi quella pace e quel riposo, che è il premio d’una vita semplice e senza ambizione.
— Voi la troverete la pace, — disse «u barone» come se facesse un complimento; ma le sue parole suonarono in lui come in un vuoto sotterraneo.
— Ebbene, vediamola, questa casa, poichè ci