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il suo pensiero attraverso alle rughe. Impaziente, agitato, colla febbre addosso, il mercoledì mattina prese la penna e buttò sulla carta queste parole:


«Caro mio Don Cirillo,

«Son partito oggi per dare qualche ordine alla Villa. È partito con me anche Don Nunziante, che è già informato del contratto e trova che voi fate un affare stupendo. Pazienza, io sconto i miei peccati. Non si è parlato del parco che abbraccia più di venti moggia. Io vi cederei anche questo se avete denaro. Ma mi occorrono subito, perchè il mio diavolo mi ha fatto perdere anche ieri sera. Vi aspetto domani.

«La corsa parte a 12,20 e voi sarete per il tocco alla Villa.

«Dalla stazione pigliate il gran viale degli ulivi e vi farò trovare aperto il cancello. Alla Villa c’è da dormire comodamente.

«A rivederci».


Alle dieci mise alla posta la lettera, volendo quasi affidare alla sorte un poco di responsabilità, e colla corsa delle 12,20 partì solo per Santafusca.