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Per la domenica doveva restituire il denaro al Sacro Monte, se no, marche, in prigione.
Maddalena moriva di fame.
In tutto il mondo non c’era che un cuore che gli volesse un bene sincero e disinteressato, questo cuore di Maddalena.
La villa era in un luogo solitario e da dieci anni non vi entrava quasi più nessuno.
Erano sempre mancati i denari per restaurarla e ora se la godevano i topi e le capre, che Salvatore allevava nell’antico giardino.
A Santafusca prete Cirillo non era conosciuto da nessuno.
Nessuno si sarebbe accorto in città della sua partenza: dunque, dunque....
— Se gli togli il denaro, che cos’è questo scheletro umano vestito da prete? Egli non è un uomo, ma una somma, un sacchetto. Io salvo l’onore dei miei padri, salvo me dalla prigione, salvo Maddalena dalla fame, pago i miei debiti, rendo il pane a tanti bisognosi, fo elemosine, ristabilisco la giustizia, compio una legge di natura.
Io non so dire quante volte «u barone» pensò e ripensò queste cose durante i pochi giorni che lo dividevano dal lunedì al fatale giovedì 4 di aprile.
Il tempo non passava mai, molto più ch’egli stette quasi sempre in casa, nel piccolo studio, nel silenzio d’una casa morta, sempre curvo a tessere questa lurida tela.