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padronita della sua persona, e l’uomo di Dio sarebbe stato realmente ucciso, se Dio e il divino Spirito non l’aiutavano in quel momento.

Con questi elementi c’era da mettere insieme un magnifico progetto, purchè non si guardasse troppo agli scrupoli e ai pregiudizi.

«U barone» sentì il bisogno di raccogliere i suoi pensieri e corse a casa tutto caldo di speranze e di fantasia.

Egli abitava da alcuni anni un quartierino di poche stanze in una casa di via Speranzella e non aveva con sè che una vecchia donna, la quale era già stata sua istitutrice nei giorni che i Santafusca contavano per qualche cosa.

Venuti i tempi della rovina, donna Maddalena si teneva attaccata a quest’ultimo rudere di una gloriosa famiglia coll’ansia di chi s’avvinghia a un duro scoglio per non affogare. Per quanto su un nudo scoglio non resti che di morire di fame, pure si preferisce soffrire un giorno di più al morir subito.

Il barone non aveva avuto il coraggio di disfarsi di questa povera donna che gli teneva la casa, e di Salvatore, l’ultimo castaldo della sua villa, vecchio di settant’anni, malato di gambe, mezzo sconquassato dall’età e dagli acciacchi.

Donna Maddalena e Salvatore erano tutto quanto rimaneva dell’antico fasto: il resto era tutto venduto o ipotecato. Nè l’una, nè l’altro pigliavano stipendio, ma vivevano entrambi meschina-