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nello strame, e fuggì attraverso le gambe di don Ciccio, che mandò un ringhio.

Il cavaliere si sforzò di sorridere, ma i muscoli della bocca questa volta erano irruginiti.

Tuttavia, non volendo perdere la sua fama di uomo di spirito, mormorò:

— «Homo homini canis»....

— È lo stesso! — si affrettò a dire don Ciccio per farsi vedere superiore a certe paure, e credo volesse dire che, o cane o lupo, l’uomo è anche lui una brutta bestia.

Vennero gli uomini coi badili e cominciarono a smuovere il materiale morto. Tolsero i mattoni, la calce, la sabbia, e misero a nudo la grossa pietra della cisterna.


*


Martino sonava ancor più lento e triste.

Il medico, facendosi largo tra le donne inginocchiate sulla scala e sul pianerottolo, disse stringendo la sua canna sotto un braccio e il fazzoletto sotto l’altro:

— La terra ha un giusto di meno, e il cielo un santo di più. Fu una congestione cerebrale.

Le donne cominciarono a rispondere alle preghiere dei morti, che il prete recitava nella stanza.

Non piangevano più, per quella sicurezza mo-