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Ma aveva bisogno prima di riposare in mezzo al verde. Poi avrebbe fatto del bene, sì.... Il bene è necessario alla vita quasi come l’olio alla macchina.

Volgeva l’occhio da una visione tutta verde, e lo fissava sopra uno degli usci che aveva davanti.

Il mostro sociale era lì, ed egli doveva affrontarlo col sorriso sulle labbra, col sorriso stesso con cui soleva andare incontro alla principessa; doveva carezzare la criniera a quel mostro; placarlo con qualche facezia; ridere dei suoi rabbiosi ruggiti.

L’uscio, sul quale il poveretto versava questi ultimi suoi pensieri, si aprì dopo un aspro scricchiolìo e ne uscirono due carabinieri dalle spalle quadre, dalle braccia grosse e tonde, che stringevano tra le anche un ragazzotto imberbe, un di quei «guappi» color della terra che pullulano nei fangosi vicoli del porto, coi polsi legati, vestito di una sola giacca senza colore e d’un paio di brache sconnesse ch’egli cercava di tener su, aiutandosi colle mani in croce.

Dopo che i due soldati l’ebbero palpato in tutte le parti del corpo, fin sul nudo, lo cacciarono innanzi verso l’uscio dei «carcerieri», l’aprirono.... e crac, l’uscio si chiuse con un piccolo scatto.

Il barone Carlo Coriolano di Santafusca pensò che per un orologio o per una gallina rubata un cristiano va a finire così. Egli si sarebbe prima abbruciato dieci volte le cervella.