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VIII.
Il castigo.
Fu solamente verso la mattina che il barone potè chiudere un poco gli occhi; ma si svegliò prima delle sette. Per un istante non gli tornò alla mente la grande preoccupazione della notte, fin quando un dolore fisso al cuore lo ricondusse a riflettere sul suo male e si ricordò.
Alla luce del giorno la sua posizione gli parve ancora buona e senza pericoli. Non ci voleva che una fantasia vulcanica per vedere nella dolcissima citazione del cavaliere Martellini qualche cosa di più di un invito ad assaggiare delle ostriche alla «mayonnaise».
— Bell’originale costui!... — disse ridendo, quando ebbe riletta ancora una volta la lettera del cavaliere. — Se in vece mia potessi mandargli la principessa, sono sicuro che gli farei perdere la testa. Intanto stiamo attenti a non perderla noi....
Egli sentiva che tutta la sua vita era là, nella