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torno gli occhi spaventati, alzando un poco un certo bastone di canna col manico d’argento, a cui di tanto in tanto appoggiava la bocca.

— Non è forse vero che voi dovete per la domenica in albis restituire una somma che non trovate più nè in cielo, nè in terra?

— Voi siete un padre inquisitore, — mormorò il barone torbido.

— Io dovevo prendere le mie informazioni, non è giusto? Non per questo rinuncio ad aiutarvi; anzi, vi dico, aiutiamoci insieme. Voi avete bisogno di quindicimila lire e io ve ne do trenta. Ve ne darei anche quaranta, se non avessi scoperto che c’è anche un’ipoteca del marchese di Vico Spiano.

— Ha ragione la gente, voi siete un grande strologo e un grande cabalista, — disse ridendo il barone, alzando ancora un poco il suo bastone.

— Dovevo prendere le mie precauzioni, benedetto. E non è forse vero che vi aiuto? il palazzo non lo piglio per me e chi verrà ad abitarlo dovrà spendere altrettanto per adattarlo. Certo che un piccolo guadagno lo devo fare anche per amore dei poverelli che saranno i miei eredi: ma il guadagno vero per me è una condizione che mi permetterà di vivere in campagna, in luogo sicuro, lontano dalle persecuzioni, dove potrò pensare anche ai bisogni dell’anima mia peccatrice.

— Io son sicuro che voi farete di tutto perchè