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da poche ore nell’animo, pensando a tutte queste strane combinazioni!...

— Che volete dire ora?

— Guardate là....

— Dove?

Don Antonio segnò col dito la villa dei Santafusca, che dormiva nel suo chiuso raccoglimento nell’ombra d’una vasta nube.

— Ebbene, che pensate?

— Penso.... nulla; andiamo a casa. Ho la febbre, ho bisogno di mettermi a letto.

— Non crederete che il prete l’abbia ucciso Salvatore.

— Oh povero scemo! non aveva la forza di uccidere una mosca! Pace a lui, e viva lui che è morto. Salvatore non ha fatto che raccogliere il cappello dove l’ha trovato, e l’ha portato in casa forse coll’intenzione di parlarmene: ma non potè più aprir la bocca da quel giorno.

— Qual giorno?

— Io non lo so, non so, non fatemi più parlare.

E i due afflitti seguitarono ancora un pezzo di strada in silenzio. Poi tutto a un tratto don Antonio, che non poteva fuggire alle sue meditazioni, usciva fuori con questa domanda:

— Vi ricordate il giorno che abbiamo lavata la faccia ai santi dell’altare?

— Mi ricordo.

— Quando fu?

— Aspettate, prima della domenica in albis, e precisamente il giorno che ho trovato le can-