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VI.


Un altro grande colpevole.


Non era nemmeno quieto e sollevato il cuore del povero don Antonio, il giorno che ritornò a Santafusca in compagnia di Martino dopo un triste viaggio a Napoli e una triste giornata passata nei corridoi del palazzo di giustizia.

Era stato chiamato all’udienza con un ordine scritto e ricapitato dal maresciallo dei carabinieri, ed era disceso, collo spavento in cuore, alla presenza del signor giudice, che lo tormentò un’ora colle più insistenti inquisizioni.

E pazienza l’inquisizione! pazienza ancora la vista di tanti sbirri, di tanti carcerieri che passavano facendo tintinnare il mazzo delle chiavi; e la vista di tante porte di ferro, di tante sbarre che chiudevano dei ciechi sotterranei! Pazienza tutto...., ma quale scoperta di intrighi, di bugie, di tradimenti, di assassini.... Ed egli aveva portato sul capo, per un senso d’avarizia, il