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— Io posso salvarvi da queste persecuzioni, — disse il barone.

— Questo gennaio una masnada di camorristi mi ha sequestrato il corpo e mi ha tenuto rinchiuso in un sotterraneo, minacciandomi di morte e battendomi colle catene, se io non davo i numeri.

— Li avete dati?

— Ho invocato tanto la Madonna del Carmine e il divino Spirito che mi illuminassero e mi salvassero. Li ho dati.

— Son venuti?

— Tutti.

«U barone» alzò la testa e una grande maraviglia gli gonfiò gli occhi. A guardarsi intorno c’era proprio da credere d’essere nella casa del mago.

— Fu la bontà divina che mi ha voluto salvo e non già qualche virtù cabalistica, come crede la gente: ma da quel giorno la mia pace è morta.

Le mie scale son sempre assediate di poverelli che vogliono li nummeri e devo spesso rifugiarmi in luogo sacro per non essere preso un’altra volta, incatenato e torturato.

— Ebbene, io vi aiuterò, don Cirillo, ma voi dovete essere più giusto e star saldo alle quarantamila lire

— Voi aiutate me, io aiuto voi, eccellenza. Voi salvate me dalle mani dei tristi, io salvo voi.... dalla prigione.

«U barone» si mosse dalla sedia e girò in-