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Così gridò la voce del cavaliere Martellini, che dall’alto di un «break» signorile cercava di conciliare in mezzo a un paniere di belle signore la rigida severità del giudice, coll’amabile cortesia dell’uomo di mondo. Questo si chiama scrivere la propria vita un po’ coll’inchiostro, un po’ col rosolio; e pochi uomini erano in quest’arte più sapienti del cavaliere.

— Grazie, grazie!... — gli gridò dietro il barone agitando la mano in aria.

— Non mi ringrazi troppo, perchè sono capace di farlo arrestare.... colla bella complice, — esclamò il cavaliere parlando nelle mani come dentro una trombetta.

— Faccia pure; non mi opporrò alla forza....

Grandi risa risuonarono sull’alto del «break», che scomparve in mezzo a un nuvolone di polvere.

— Perchè vuole arrestarvi, barone? — chiese la bella amazzone che cavalcava al suo fianco.

— È ancora la storia di quel processo.

— È proprio vero che fu assassinato un prete a Santafusca? Me ne parlava ieri sera il conte Villi. Che brutta storia! fu trovato l’assassino?

— Ci sono dei sospetti.... — rispose il barone guardando in aria.

— Qui non è il caso di dire «cherchez la femme»....

— No, piuttosto «cherchez le chasseur».

— Siete proprio persuaso che il colpevole sia questo mitico «Freischutz»?