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tano i ragazzi e le donne spettinate, e colla corsa delle undici partì per Napoli.
Don Antonio non disse quel giorno la sua solita messa.
Quasi invecchiato di trent’anni, si trascinò fino a casa e si buttò sulla poltrona a gemere e a sospirare.
— O Signore, — diceva, — pietà di questo vostro vecchio servo che fu troppo punito del suo peccato. Voi che scrutate le reni e i cuori, pesate colla bilancia della vostra misericordia il mio peccato e sentenziate nella vostra giustizia. Se vi pare che la mia morte basti a lavare la menzogna e la debolezza di spirito di un’ora sciagurata, fatemi morire adesso e chiamatemi a riposare nel vostro grembo. O se volete che questi tormenti siano l’espiazione terrena di un vecchio peccatore, benedetta la vostra mano che castiga, o Signore.
Una grande tristezza pesò quel giorno sul paese di Santafusca, come se l’ombra malinconica e triste del cappellaccio coprisse la chiesa e le case.