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— Io ripeto che sento odor di criminale in questa faccenda, e n’ho ben donde. — Don Ciccio pareva più secco del solito. — Signori! — esclamò alzando la voce il famoso «paglietta», come usava fare in tribunale, — questo cappello fu trovato nei dintorni di Santafusca, e dintorni per me significa una strada, una campagna, una vigna, un bosco, altrimenti don Antonio avrebbe scritto: in casa mia, in chiesa, in sagrestia. Il signor Filippino Mantica dice che il cappello era nuovo fiammante e c’è la testimonianza amabile di donna Chiarina, la quale conferma che il cappello fu venduto o regalato a prete Cirillo nuovo fiammante. Ora io trovo invece il segno di una forte ammaccatura, delle traccie rosse di mattone e qualche macchia o spruzzo di calce, che hanno qua e là abbruciata la seta. Dunque, o signori, nei dintorni c’era della calce viva, e quest’ammaccatura dice più che un colpo di vento.
— O mio Dio, don Ciccio! — esclamò la donna, alzando le due mani al cielo.
— Io non sono astrologo, nè figlio di astrologo, — gridò il «paglietta», stralunando gli occhi, — e se prete Cirillo entrasse in questo momento a toccare il suo bicchiere col mio, certo non oserei dire ch’egli è stato assassinato; ma io faccio presente a questi signori che il prete manca da quindici giorni, che nessuno sa dove sia il suo rifugio, che non si è fatto vivo nemmeno co’ più intimi amici, che mentre aveva