Pagina:De Marchi - Il cappello del prete, 1918.djvu/167


— 151 —


— Io vorrei possedere la cabalistica di prete Cirillo e venderei la mia matematica per il guscio di un’ostrica, — esclamò l’ingegnere.

— Sapete che cosa ho trovato in casa sua? — disse don Ciccio, — un volume del Cardano, e la «Magia Naturale» del nostro immortale Giovanni Battista Porta.

— Il grande autore della «Fisionomia», che precedette di quasi duecent’anni gli studi di Gall e di Lavater, — si affrettò a dire don Nunziante, che non voleva mostrarsi meno dotto del «paglietta».

— E credete che in questa cabalistica non c’entri anche un po’ la coda del diavolo? — gridò qualcuno.

— Benvenuto anche il diavolo, se ha gli occhietti belli come quelli di donna Chiarina, illustrissima mia padrona, — esclamò don Ciccio alzando il bicchiere.

Fu un grande applauso. Gennariello ripigliò la canzone «sul mare luccica».

— Dicono che il prete sia andato con un grosso fardello in Levante, tra gl’infedeli, dove ha trovato un’odalisca che....

— Che lo aiuta a sciogliere il fardello.

— Uh! uh! oh! scandalosi.... zitto là — «In vino veritas».

— «Maxima debetur pueris reverentia».

— Signori, — gridò Filippino, alzandosi in piedi e sollevando un calice pieno di vino color dell’ambra. — Ovunque egli si trovi, in Oriente o