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volesse raggiungere quella ragazzaglia, far correre degli scappellotti, portar via il cappello....
Una volta si trovò in mezzo a questi pensieri sulla strada che menava a Santafusca a mezz’ora di distanza dalla villa. Una forza misteriosa l’aveva sospinto verso porta Capuana, a piedi, e di strada in strada, di viottolo in viottolo, s’era trovato quasi in vista del vecchio e noto campanile. Quando si arrestò su due piedi, si vide pieno di polvere, brutto di sudore, cogli abiti in disordine, e si spaventò egli stesso della sua follia.... Tornò in città e andò da Compariello a prendere un po’ di forza. L’assenzio aveva la virtù di sgombrargli la testa dal fumo e di rendergli il senso esatto delle cose. Alla villa sarebbe andato, ma non a piedi, come un vagabondo. Ci sarebbe andato in gran forma, o con una brigata di allegri amici cacciatori, colle belle amiche di Napoli, con Marinella....
Egli si sentiva una gran tentazione di sfidare il mondo e il Padre Eterno come Mefistofele. Ma poi riflettè meglio che i buoni terrazzani l’avevano già in conto di libertino, che non conveniva turbare con uno scandalo le anime semplici: che si sarebbe fatto odiare, che sarebbe parsa un’offesa alla memoria del povero Salvatore. Era meglio andar solo, provveder solo ai casi proprii, mostrarsi animato da buone intenzioni per l’avvenire, lasciare qualche elemosina....
Due giorni durarono in questi contrasti i suoi pensieri, mentre di fuori egli procurava di mo-