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vece il cappello giaceva ancora, come era naturale, sul luogo, era più prudente tornarvi, togliere questo spauracchio, che una volta scoperto poteva trascinare una lunga seccatura di processi e di interrogatorii.

Passato, come dissi, il primo tumulto, che avrebbe speziato ogni altra testa, la sua robusta costituzione morale riprese il sopravvento e quasi cominciò a ridere egli stesso di questa commedia.

— Che sciocco! — diceva, — e se anche scoprissero non uno, ma cento cappelli, chi può dire che prete Cirillo sia stato ammazzato? E se anche scoprissero non uno, ma cento preti, chi può dimostrare che l’ho ammazzato io prete Cirillo? E non ci sono a Napoli cento camorristi fatti apposta per pigliarsi queste brighe? Ciò che importa è di fare in maniera che la gente non vada troppo innanzi e indietro per la villa. La chiave l’ha ancora in consegna il segretario, e siccome il giardino è fresco e ombroso, nulla di più naturale che i buoni abitanti di Santafusca vadano sulle ore calde a far la siesta all’ombra dei vecchi sicomori.

«U barone» riprovava a quest’idea nuovi tumulti e nuovi tuffi di sangue. Se ciò ch’egli pensava era vero, già da otto giorni almeno i buoni abitanti di Santafusca frequentavano la villa.

Prima, c’era stato il funerale di Salvatore, e siccome i locali delle scuderie erano luoghi aperti, nulla di più naturale che i ragazzi, en-