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nunciare la sua elezione a presidente del club delle caccie. La puntualità con cui il barone aveva soddisfatto a’ suoi debiti d’onore gli aveva restituita la stima dei gentiluomini.
Erano ormai passati dieci giorni, lunghi, eterni, ma c’era motivo di credere che potessero passare egualmente bene dieci, venti anni, in fondo ai quali il nome di prete Cirillo sarebbe del tutto diluito, come un ghiacciolino nel mare.
Una mattina Maddalena venne ad annunciare per la terza volta la visita di un prete.
— Insomma, — gridò questa volta il barone, — non puoi mandarlo al diavolo?
— È qui! — disse Maddalena impaurita.
— Che cosa vuole?
— Parlare con vostra eccellenza.
Il barone esitò ancora un poco per un resto di superstizione, poi disse:
— Ebbene, venga avanti.... Vediamolo — soggiunse poi tra sè — questo noioso moscone, che da una settimana mi ronza intorno.
Mentre sfidava il misterioso personaggio a farsi vedere, «u barone» sentì che aveva bisogno d’un coraggio insolito anche per ricevere un prete. Nessuno penserà ch’egli avesse paura di veder entrare prete Cirillo. Son cose che si leggono nelle ballate tedesche, ma chi le crede oggimai? Tuttavia avrebbe fatto senza di questa visita quasi per un istintivo ribrezzo al nero.
Stette ad ascoltare la voce della Maddalena, che pregava il misterioso visitatore a venire in-