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chestrina, aizzata da un marsala di seconda qualità, attaccò subito Fra tuoni e lampi....

Fu una scintilla in una polveriera.

Alle prime battute dieci coppie si urtarono nel mezzo della sala, come barchette sbattute da un improvviso uragano nelle strette dighe del porto.

Quando fu possibile di mettere un poco d’ordine, le coppie a cinque per volta cominciarono a discendere nel campo coll’elasticità e colla calorosa foga dei cavallini ammaestrati di un circo, chi con in testa un cappelluccio di arlecchino, chi con una mascherina sul viso o con un naso di carta o con qualche altro segno della follìa in capo.

Allo squillo di un campanello, che era stato affidato all’autorità morale del cavaliere Balzalotti, le cinque coppie danzanti si agglomeravano, facevano ingorgo alla porta d’uscita per rubare un posto: e intanto era un tiepido intreccio di corpi, che avevano nel sangue i tuoni e i lampi. Il cavaliere Balzalotti, conficcato sullo stipite, riceveva sulla pancia quelle morbide ondate di belle donnine e godeva, vispo come il pesce nell’acqua fresca e chiara.

Uscivano da un’altra porta altre cinque coppie, precipitando, come trottole sotto i colpi di una frusta invisibile, forse la frusta del diavolo.