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assiduo adoratore platonico di Beatrice. Se Cesarino fosse stato un marito come se ne dànno.... oh, non avrebbe stentato a trovare un migliaio di lire!

Col cuore schiacciato si lasciò attirare dal baccanale, che rumoreggiava sul Corso al di là del Duomo e di cui vedeva il flusso e riflusso, i carri e i colori al di sopra della calca nera agglomerata, pigiata sotto i balconi pieni di ragazze, di mascherine.

Sentì il bisogno di cacciarsi anche lui nella folla per riposare un istante dal suo pensiero tormentoso, pungente, e giunse nel fitto della gente nel momento che una mascherata di cuochi versava da un’immensa cazzeruola grossi mestoloni di una polvere gialla, che voleva essere risotto.

La mascherata era bella, ricca, brillante e suscitò un cà del diavolo nel crocevia tra il Campo Santo, il Corso e Santa Radegonda.

Dalle finestre, dai balconi decorati di tappeti e di fiori, le mascherine, le damine avvolte nei bigi cappucci strillavano come spiritelli dannati, lottando furiosamente a colpi di coriandoli, di gettoni, di confetti.

La folla si agitava come l’acqua del mare in tempesta in mezzo agli scogli....

Cesarino, alzando gli occhi a un balcone d’angolo sopra la pasticceria Baj, riconobbe anche al di sotto della mezza mascherina