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Mentre io e il Miglioretti si rideva in fondo alla sala del Caffè, vedemmo venire colla sua testa lucida e rasa e cogli occhi fuori della fronte il Bianchi, che ci domandò se avevamo trovato Cesarino Pianelli.
— Io l’ho visto — dissi.
— Quando?
— In prima sera.
— Che cosa ha detto?
— Niente.
— C’è in aria un guaio serio....
Il Bianchi abbassò un poco la voce e, appoggiata la punta del mento a tre dita della mano, socchiudendo gli occhi in atto di pia aspirazione, ripetè:
— Molto serio.
Fatto quindi un piccolo segno colla mano, ci trasse nel vano di una finestra presso una terrazza, che dava sulla piazza del Duomo.
— Un guaio serio?
— Ho trovato il Martini tutto disperato.
— Gli è morta la moglie....
— Pazienza la moglie! mi ha detto che contro il Pianelli è spiccato un mandato di arresto.
— Via, via! — esclamammo a una voce io e il Miglioretti.
Il Bianchi, che col marmo della sua bella fronte rispecchiava i lumi della sala, allungò il collo, nascose le mani sotto la coda