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no, — la donna nel pudore. Se a questo mondo non ci sforziamo di far tacere la maldicenza e l’invidia della gente per ascoltare di tanto in tanto la voce sola e irragionevole del cuore, finiremo col non credere più a nulla, nemmeno al pane che si mangia, e allora la vita diventa un inferno, e chi trionfa è sempre il più bugiardo e il più sfacciato.

Andiamo avanti con confidenza e verrà giorno che i buoni torneranno ancora buoni a qualche cosa — così scriveva il cugino.

Si può immaginare che questi consigli furono altrettante goccie d’olio refrigerante sull’animo del buon Paolino, che un momento aveva dubitato anche lui delle cose del mondo. Ma ogni giorno più, cioè ogni passo ch’egli fa verso il sospirato giorno, la realtà che lo aspetta gli pare irraggiungibile. Tutte le volte che torna da quella benedetta casa verso le Cascine, dubita ancora che sia un sogno. La gioia, il desiderio, la immaginazione crescono a tal punto che il cuore non può contenere tutta la felicità; il piacere tocca lo spasimo, l’aspettazione si cambia in paura. Gran destino che non si possa essere felici nemmeno in mezzo alla felicità! qualche cosa di guasto ci deve pur essere nel meccanismo del mondo, — così pensava alla sua volta Paolino delle Cascine. E pare anche a noi.